Stellantis, e non solo

In un contesto sempre più precario per i lavoratori del settore automobilistico in Italia, prevalentemente affiliati al gruppo Stellantis e alla sua rete di fornitori, ci troviamo di fronte alla decisione di aumentare il già enorme stipendio del CEO, un’azione che solleva interrogativi sull’etica del lavoro.

Il 70% degli azionisti in assemblea ha votato per portare lo stipendio del top manager a 3 milioni di euro al mese(!), come riconoscimento per i valori azionari sempre crescenti che generano dividendi sostanziosi, finendo per arricchire i propri azionisti in un ciclo che sembra produrre denaro dal nulla, trascurando gli operai e il vero Made in Italy.

Qualcuno potrebbe sostenere che sia legittimo e meritato, che il capitalismo funzioni meglio del comunismo, ma di fronte a una così grande disparità tra manager che accumulano denaro senza fine e persone comuni che rischiano di finire in cassa integrazione, non posso accettare questa semplificazione!

Dobbiamo trovare un modo per rendere il capitalismo etico, affinché un modello in cui imprenditori, manager, impiegati e operai collaborino, potendo realmente beneficiare le persone e le nazioni in cui operano.

Altrimenti, continueremo a favorire l’ascesa di potentati economici che minano le patrie, grandi o piccole che siano.

Come possono i pochi lavoratori rimasti nel gruppo ex Fiat sentirsi fieri e continuare a lavorare duramente per imprenditori che si arricchiscono sempre di più a spese degli altri?

Chiunque non si senta perlomeno offeso da queste sperequazioni ne è corresponsabile.

Presto questa questione non si porrà più perché molte persone, tra cui fornitori e sub-fornitori, finiranno senza lavoro, e lo Stato dovrà garantire un sostegno economico a coloro che faticano a trovare un nuovo impiego se questo settore verrà abbandonato.

Il libero mercato selvaggio, così popolare sia a destra che a sinistra, ci sta portando direttamente verso questa situazione.

Non sarebbe stato meglio intervenire in anticipo con leader che si interessano del benessere di chi lavora?

Un equilibrio etico tra i salari dei dirigenti e quelli di chi dirigente non è rappresenta un punto di partenza, ma l’obiettivo finale è impedire la delocalizzazione e sfruttare l’appeal della maestria artigiana italiana.

Invece di fingere, taluni affaristi dovrebbero avere il coraggio di dichiarare che producono scatolette elettriche polacche o cinesi senza alcun legame con l’Italia.

Bisogna riaffermare il controllo in questa situazione perché certe persone pensano solo in termini di potere.

Forse non erano in classe, quando a scuola insegnarono che Orazio, nelle Epistole, ha sostenuto: “Virtus est medium vitiorum et utrimque reductum” (“La virtù è il punto medio tra due difetti, da entrambi equidistante“).

Carlo Makhloufi Donelli

Notizia tratta da https://www.panorama.it/economia/stellantis-immatricolazioni-calo-auto-elettrica-tavares

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