Questo articolo trova lo spunto dalla percezione di una depressione che sta impossessandosi di alcuni per questa situazione attuale e soprattutto per il prossimo Great Reset.
Se da una parte è positivo aver percepito il programma che sta attuando il liberal capitalismo con la trasformazione degli uomini in quelli che Zarathustra chiamava ” gli ultimi uomini”, non è concepibile la depressione, cioé la resa spirituale e metafisica che prende alcuni. Proprio parlando con alcuni amici giorni fa ho percepito questo stato di sconsolazione e l’alzata di una bandiera bianca davanti alle azioni del Dominio.
Posso comprendere questa depressione nella massa, negli uomini del ventre, che a causa del lockdown, che io preferisco chiamare in italiano confino, non possono più andare a fare shopping, andare allo stadio, o in discoteca perché di questo vivevano non avendo altre mete nella loro vita, ma non lo capisco per chi ha una visione della vita diversa.
Sarà bene ricordare loro che questo periodo storico era previsto 3.500 anni fa, basta leggersi i testi Veda e quello che è il Kali Yuga (età oscura) per vedere come la discesa agli inferi era prevista, come è stata prevista la fine di questa caduta… ricordate “gli ultimi Uomini tra le rovine”.
Ed allora come reagire a questo stato psichico di depressione?La risposta è semplice e l’abbiamo già data da tempo: cavalcando la tigre.
Esaminiamo il principio del cavalcare la tigre nella sua applicazione al mondo esteriore, all’ambiente complessivo in questo momento di dittatura pseudo sanitaria e di sconfinamento: il suo significato eventuale può allora venir precisato nei seguenti termini: quando un ciclo di civiltà volge verso la fine, ed è proprio quello che si sta realizzando, è difficile poter giungere a qualcosa resistendo, contrastando direttamente le forze pedosataniche in moto. La corrente è troppo forte, si sarebbe travolti. L’essenziale è non lasciarsi impressionare dall’onnipotenza e dal trionfo apparente di queste forze del Great Reset.
Tali forze, proprio per essere prive di connessione con qualsiasi Principio Superiore, hanno in fondo la catena misurata, e proprio per la loro natura tellurica destinate a dissolversi.
Non bisogna dunque fissarsi nel presente e nelle cose ed avvenimenti quotidiani, ma soprattutto aver di vista le condizioni che potranno delinearsi in un tempo futuro.
Allora il principio da seguire può essere quello di lasciar libero corso alle forze sovversive e ai processi disgregativi di questo post modernismo, mantenendosi però saldi e pronti ad intervenir quando la tigre, che non può avventarsi su chi la cavalca, sarà stanca di correre.
E mentre cavalchiamo la tigre lasciandoci scivolare addosso le mode, i pensieri e le azioni di questi gangsters e dei loro servi del mainstream dobbiamo fare laboratorio di idee che siano “oltre” quelle che avevano i nostri padri, superare l’inganno giacobino di destra e sinistra, di fascismo/comunismo e creare i presupposti che basati sulle idee forza basate sui principii di Platone ed Aristotele siano proiettate nel futuro. un archeofuturismo di una quarta via.
Dobbiamo pensare, invece d’essere depressi, che abbiamo la fortuna di essere protagonisti ed iniziatori di una nuova era che verrà, che la Storia, con la esse maiuscola, ci ha scelto per essere testimoni e protagonisti di questo passaggio epocale.
Di Francesco Torriglia