Economia ed Emergenza, cos’hanno in comune? Scopriamolo con il Dott. Davide Rossi

Dott. Rossi, ci spiega perchè “economia ed emergenza”

In questo periodo ci sentiamo tutti un po’ sopraffatti dall’incertezza che ci circonda. L’incertezza ha creato paura e perplessità nelle nostre vite. Possiamo, e dobbiamo, acquisirne coscienza e prendere provvedimenti per controllarle meglio e non farci sopraffare dal senso delle emergenze.

In questo video il Dottor Rossi parla del ruolo degli Stati nelle nostre vite, mostrando l’intreccio politico, sanitario, finanziario e militare che li compone. Attraverso una precisa capacità di ricerca e analisi, descrive i poteri omnipervasivi e distruttivi che rappresentano ciò che chiamiamo Stato. Inoltre evidenzia come la pandemia e la guerra in Ucraina sono state funzionali al mantenimento del potere da parte del ristretto gotha finanziario globale.

Egli infine, sollecita una riflessione politica sul ruolo degli Stati, e un cambio di paradigma nella gestione autoritaria di economia e società, economia ed emergenza, in uno scenario marcatamente neo-feudale. Ci spiega anche cosa c’è dietro le quinte del “grande reset”, l’ultimo di una lunga serie che è iniziata tanti anni fa, e questa contezza ci aiuterà a riconfigurare i nostri modelli di vita in vista del raggiungimento di una nuova normalità per noi esseri umani.

Economia ed emergenza, e il legame con il titolo del libro

Il titolo di questo articolo riprende il titolo del libro “L’ economia delle emergenze: dalle pandemie alla guerre. La fine della sovranità popolare” scritto dal Dottor Davide Rossi, il cui contenuto si può riassumere nel testo seguente:

«Molti sono convinti del fatto che, se non ci fossero gli Stati, i grandi poteri economici dilagherebbero. Chi scrive si è convinto del contrario: i grandi poteri multinazionali dilagano proprio grazie agli Stati. I quali, attraverso il potere coercitivo delle leggi, favoriscono l’affermarsi dei grandi oligopoli. Anzi, come già detto, gli stessi Stati fanno parte di un’unica costellazione di potere politico/finanziario ad altissimo tasso tecnologico intrecciato al sistema militare».

A chi e a cosa sono servite la pandemia e, ora, la guerra in Ucraina? Il fermare l’economia ha veramente danneggiato tutti o c’è qualcuno che ne ha tratto vantaggio? Cosa sarebbe successo al sistema bancario, al mondo della grande speculazione, alle borse valori e alla stessa economia reale se non ci fosse stato l’avvento del Covid-19 e poi del conflitto russo-ucraino?

Le risposte che stiamo aspettando

La società delle emergenze, fra cui quella sanitaria, è funzionale al mantenimento del potere da parte del ristrettissimo gotha finanziario globale. Ecco perché sono sempre più i banchieri che assumono direttamente il comando dei governi e degli Stati, con tutto ciò che ne consegue nella visione del mondo e, soprattutto, nella tutela di certi interessi. In questo libro l’autore descrive, con la sua puntuale capacità di ricerca e analisi, quali poteri omnipervasivi e distruttivi costituiscano ciò che noi chiamiamo Stato, mostrando l’inestricabile intreccio politico, sanitario, finanziario e militare di cui è composto.

Questo libro ripercorre la storia dell’uomo, della sua creatura politica, delle sue emergenze e delle sue avventure finanziarie. «Dopo due anni di tragica farsa pandemica e di pericolosissima emergenza bellica, occorre una riflessione politica sul ruolo degli Stati nelle nostre vite. Una riflessione politica, che è anche una exit strategy dalla situazione in cui ci troviamo». «Siamo di fronte a un cambio di paradigma.

La gestione autoritaria di economia e società si impone come condizione necessaria alla sopravvivenza (distopica) del capitalismo stesso, che non è più in grado di riprodursi attraverso il lavoro salariato di massa e l’annessa utopia consumistica. L’agenda che ha partorito il fantasma della pandemia come religione sanitario-vaccinale nasce dalla percezione della sopravvenuta impraticabilità di un capitalismo a base liberal-democratica.

Mi riferisco al crollo di redditività di un modello industriale reso obsoleto dall’automazione tecnologica, e per questo sempre più vincolato a debito pubblico, bassi salari, centralizzazione di ricchezza e potere, stato d’emergenza permanente, e alla creatività del settore finanziario, dove il denaro si moltiplica da sé, per partenogenesi».

«Lo scenario che ci si prospetta, se solleviamo il velo di Maya, è di carattere marcatamente neo-feudale. Masse di consumatori sempre meno produttive vengono regimentate, semplicemente perché i nuovi globalizzatori non sanno più che farsene. Insieme ai sottoccupati e agli esclusi, il ceto medio impoverito diventa un problema da gestire con il bastone del lockdown (a breve anche in versione climatica), del coprifuoco, della propaganda, e della militarizzazione della società, piuttosto che con la carota del lavoro, del consumo, della democrazia partecipativa, dei diritti sociali (sostituiti nell’immaginario collettivo dai diritti civili delle minoranze), e delle meritate vacanze».

ITA.li – Carlo Makhloufi Donelli

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