Prendendo spunto dall’ultimo libro dell’autrice, dal titolo “Blackout, La transizione ecologica e la deriva dell’Occidente“, in questa intervista la Dott.ssa Bifarini evoca e commenta quanto il suo libro illustra, del quale possiamo dare questa anticipazione:
“Dopo un lungo periodo di penetrazione nell’immaginario collettivo, una narrazione ansiogena e catastrofista in ogni campo, da quello sanitario a quello ecologico, sembra oggi prendere il sopravvento in Occidente. Dalla cultura della cancellazione all’ambientalismo ideologico, il fattore comune è la volontà di resettare l’essere umano attraverso l’espiazione dei peccati e delle nefandezze di cui si sarebbe macchiato secondo i nuovi canoni di giudizio morale.
Ma se questa ideologia colpevolizzante e apocalittica, grazie a una capillare opera di propaganda, fa presa sulle popolazioni occidentali dove una fetta importante, sebbene numericamente non maggioritaria, subisce un processo di massificazione e adesione fideistica al nuovo Verbo, altrove le cose stanno diversamente. Mentre l’Occidente ha intrapreso una deriva ideologica autodistruttiva nell’anelito di creare un Nuovo Mondo abitato da un Nuovo Uomo, facendo tabula rasa del passato e delle proprie tradizioni, i suoi antagonisti, coi quali combatte una guerra solo in ultima istanza militare, si mostrano compatti intorno ai principi identitari e fondanti della propria collettività.
In questo oscurantismo culturale l’Europa si trova a far fronte a una duplice minaccia, quella di un blackout energetico, legato al conflitto russo-ucraino e alle autolesionistiche sanzioni economiche, e di un blackout della propria civiltà, mossa da una pulsione nichilista e suicida.”